La prima volta non si scorda mai, come spesso accade nella vita.
E così è stato per tutti i nuovi colleghi che nello scorso weekend hanno iniziato la loro nuova avventura, fatta di fatica, di sacrificio, ma che dà molte soddisfazioni.
Ne abbiamo voluti sentire due, a margine della loro prima RTO da veri arbitri, durante la quale hanno visionato particolari episodi di comportamento antisportivo e grave fallo di gioco. Sono due giovanissimi colleghi, hanno 16 anni, e da quello che qualcuno dice sembra che ci capiscano pure qualcosa del nostro mondo, sono Piernicola Giorgino e Matteo Gatti.
Sono due ragazzi diversi, per carattere ed indole, e di conseguenza hanno vissuto in maniera diversa il loro esordio.
Come avete vissuto la fase di avvicinamento alla partita?
Piernicola: sono andato in macchina al campo con il mio tutor,il presidente, ero silenzioso, cercavo di ripassare a mente il regolamento, i posizionamenti statici sulle riprese di gioco e sui calci da fermo, immaginavo come muovermi sul terreno di gioco. La parte più difficile è stato entrare negli spogliatoi per la chiama, lì sei tu "contro" gli altri.
Matteo: ero un po' agitato e il tutor è stato molto bravo nel tranquillizzarmi e questo mi ha permesso di fare tutto in maniera tranquilla, dalla chiama fino all'entrata in campo
Sguardo al cronometro e si parte, durante la gara cosa avete provato?
Piernicola: mi sono divertito molto, ero sereno e sicuro nelle mie decisioni anche quando ho fischiato il rigore. Mi è piaciuto farmi rispettare ed essere in grado di prendere decisioni nel minor tempo possibile.
Matteo: anche a me è capitato di dover fischiare un rigore e anche io ero sereno e tranquillo della mia decisione. La gara è stata bella e combattuta e mi ha permesso di giocarmi fino in fondo per tutti i 70 minuti.
Al triplice fischio quali sensazioni?
Piernicola: avrei voluto continuare perchè mi sono divertito molto e non dimenticherò mai questi 70', i gol, il rigore, anche le proteste. Ero davvero soddisfatto di me stesso
Matteo: la soddisfazione era massima, ero certo di aver fatto le cose giuste e soprattutto mi ero divertito molto.
Questa è la storia di due ragazzi che domenica scorsa hanno incominciato una nuova passione, ma è la nostra storia, la storia di chi ogni domenica è disposto a mettersi in gioco, di chi ha il coraggio di prendere decisioni, di chi ha l'umiltà di mettersi sempre ad ascoltare. Questa non è solo una storia è una passione.
E a tutti voi ragazzi va il nostro augurio di poter un giorno dirigere la finale dei Mondiali.