Mi ricordo la prima volta che sono entrato in sezione, era il settembre 2013, corso arbitri tenuto da un giovane e alto ragazzo. Ma questa non è la storia di come io sono entrato nell'A.I.A., è la storia di chi invece in punta di piedi e lavorando sodo è al secondo gradino di una lunga scala.
Si perché quel giovane e alto ragazzo domani dirigerà la finale di coppa Italia di eccellenza e promozione al suo primo anno di CAI. Un risultato che non si ottiene così, con uno schiocco di dita, si ottiene con sacrificio e con la voglia di migliorarci sempre partendo dai propri limiti, da quei muri che oggi vediamo insormontabili, da quelle difficoltà che non ci permettono di spiccare il volo.
Luca De Angeli domani mette la ciliegina sulla torta della sua stagiona ma si è appena seduto alla tavola dove stanno servendo il pranzo del suo cammino arbitrale. Cammino iniziato nella sezione e che ha ricevuto una sferzata decisiva quasi per caso in un agosto di 5 anni fa, un cammino fatto di crescita nel confronto sia a livello tecnico sia a livello umano perché l'esser stata prima direttore del corso e poi vicepresidente gli stanno permettendo di migliorarsi continuamente mettendosi sempre in ascolto di chi c'è di fronte, dall'associato con più esperienza al nuovo iscritto al corso arbitri.
Questo non vuole essere un panegirico agiografico, ci sarà tempo per quello, vuole essere un riconoscere il percorso fatto assieme, di crescita di ascolto pronti a puntare a sorgenti sempre più alte e pure ma con lo sguardo fisso al punto da cui si è partiti, sapendo che è solo da lì che si può continuare a crescere.