Alfa e Omega, inizio e fine. Si dice che questa “legge” sia applicata a tutte le cose del mondo: una regola spietata e affascinante allo stesso tempo, che dà un valore speciale a tutto il tempo che trascorre tra il principio e il termine.
La storia che vi raccontiamo oggi parte da lontano, parla di radici e tradizione familiare e trova la sua origine in un freddo dicembre del 1989: Mauro mette piede in sezione per iniziare davvero il suo percorso, seguendo le orme di suo padre e suo nonno.
Un percorso netto, che ci fa fermare per la sua prima tappa nel 2004, anno della trasformazione. Quello che era un promettente arbitro di Serie C si ferma, impugna la bandierina e inizia una strada nuova che lo porterà a girare il mondo da protagonista assoluto, anche se in questo momento il protagonista della nostra storia ancora non può saperlo.
Nel 2005 arriva l’esordio in Serie A, in un Chievo Verona- Ascoli. Da lì Mauro non si ferma più: assistente internazionale dal 1° gennaio 2011 ed esordio in Champions’ League il 18 settembre 2012 con Paolo Tagliavento in un Borussia Dortmund- Ajax.
E poi un susseguirsi di grandi gare del campionato di Serie A, finali di Coppa Italia e Supercoppa Italiana, semifinali di Champions’ League ed Europa League, playoff per la qualificazione agli Europei, gli stessi campionati Europei fino alla semifinale con Nicola Rizzoli, Supercoppa Uefa (e Manchester Utd- Real Madrid, non proprio una gara qualsiasi…) fino al Mondiale.
Un curriculum che ci racconta di come Mauro incarni i sogni di tutti i ragazzi che iniziano questa attività vivendo un sogno: ha visto tutti i più grandi campioni dei nostri tempi, ha raggiunto le vette più alte che si possano toccare.
Nel susseguirsi dei successi sul campo, molti hanno avuto anche il privilegio di conoscere l’uomo: serissimo, integerrimo, professionale e disponibile. Una freddezza solo apparente, che chiunque poteva sciogliere in un allenamento al polo nazionale chiedendo un consiglio, un parere, delle impressioni. Un esempio di come si raggiungano gli obiettivi: impegno, professionalità e serietà, ma di questo abbiamo già parlato quando abbiamo esultato per la convocazione al Mondiale di Russia.
Ogni tanto qualcuno ha detto:<< Se vuoi capire come bisogna comportarsi in questo ambiente, guarda Mauro Tonolini>>
Ed ora? Ora il treno sta per raggiungere l’ultima fermata, l’ultima tappa, l’ultima fatica. Ci sarà il tempo per ripensare a tutto quello che c’è stato nel percorso, ai tanti dolcissimi ricordi di cui questa storia è piena e che potranno addolcire il dispiacere tagliente della fine.
Ma c’è anche altro da aggiungere. C’è quello che Mauro ha rappresentato per la sua Sezione, per la quale ha dedicato del tempo ogni volta che gli sia stato chiesto, facendo il consigliere o insegnando l’ “arte” in una riunione tecnica. Ciò è avvenuto anche in questa sua ultima stagione sul campo, nonostante la famiglia, il lavoro, la stanchezza, l’attività arbitrale che fino a gennaio lo vedeva ancora internazionale.
Ha rappresentato sul campo un motivo di orgoglio, un simbolo, un modello: il nome di Milano portato in tutta Italia, Europa e nel Mondo, un esempio di milanesità (quella vera, piena) in un’epoca in cui Milano vuole risorgere e sogna di continuare ad affermare ad alto livello il suo nome, che tanto ha rappresentato per l’Associazione e la sua storia.
Non sappiamo cosa riserverà il futuro a Mauro Tonolini, sarà interessante scoprirlo. Intanto, ancora una volta, fateci “piazzare” davanti ad un televisore, legati al campo, a ciò che siamo abituati a vedere in UltraHD da tanto tempo, lasciateci essere orgogliosi per l’ennesima volta.
Perché la storia di cui volevamo parlarvi all’inizio è terminata, ma potete stare certi che non la dimenticheremo.
Sei stato grande Mauro, goditi questa giornata.
Grazie,
LA TUA SEZIONE