Oggi la vita mi ha aperto uno dei suoi infiniti scenari, dandomi la possibilità di avvicinarmi ad un mondo meraviglioso: La Quarta Categoria. Per chi non sapesse di cosa si tratta, questa categoria è un campionato amatoriale composto da squadre di giocatori con disabilità. È qui che ho riscoperto i veri valori dello sport del quale sono sempre stato appassionato. Amicizia, solidarietà, allegria, rispetto per il prossimo: tutti princìpi che purtroppo oggi sono sempre più frequentemente dimenticati. Vedere la gente uscire dal campo sorridente, soddisfatta del pomeriggio passato con amici e compagni di squadra nonostante la sconfitta, la stretta di mano con gli avversari: questo è il Calcio.
Un sentito "GRAZIE" va alle persone che rendono possibile lo svolgimento di queste attività, ad allenatori e dirigenti che dedicano parte del loro tempo a ragazzi fantastici solo per strappare un sorriso dai loro volti.
Sfortunatamente al giorno d'oggi questi personaggi passano inosservati, ma è soprattutto grazie a loro se le persone in difficoltà riescono a trovare la gioia nella vita di tutti i giorni.
Perché il mondo non è proprio tutto da buttare...

 

Samuel Dania

Mancava solo il camino (qualcuno dice anche il panettone) e poi tutto ciò che la mente ci fa richiamare al Natale c'era.

C'erano le luci, c'erano gli addobbi, c'erano i sorrisi, c'era il freddo fuori dalle finestre, c'era il calore nei cuori, c'era, soprattutto, lo spirito dello stare insieme dell'essere famiglia.

Tante volte negli articoli scritti su questo sito abbiamo usato il termine famiglia, qualcuno a volte ci ha detto che forse ne abusavamo, ma penso che, dopo la giornata di ieri, non ci possa essere termine più corretto e soprattutto più vero più totalmente presente tra noi.

La cena di ieri è stata la prima del secondo corso Sarsano, ed è stata quella che più di tutte ha segnato una via sul modus operandi della sezione. Il tutto a partire dalle parole dei protagonisti, in particolar modo di chi ieri ha vinto l'ottava edizione del premio Renzo Martini ossia Bruno Portaluppi. Le parole del nostro Bruno hanno rappresentato appieno lo spirito di cui si è parlato sopra e del quale cerchiamo di farci latori ogni giorno, quello spirito di gratuità, di disponibilità, lo spirito che si incarna in un sorriso per tutti, nello stare ad ascoltare ciascuno, nel cercare di essere sempre esempio per i nuovi ragazzi che si affacciano al nostro mondo.

Bruno, come anche Luca nel suo discorso, ha parlato della volontà di lasciare qualcosa ai ragazzi, che vada oltre alle tecnica sul campo, ma che si radichi nel modo con cui ogni giorno affrontiamo la nostra associazione, lasciando da parte fazionismi, inutili scontri e partigianerie da bar che sono stati protagonisti di incontri romani, per lavorare sempre per i ragazzi, la vera ricchezza di questa associazione.

Milano in tanti campi dell'agire umano è diversa dalle altre realtà, forse anche in quello dell'arbitraggio.

Che lo spirito familiare, di amicizia e di bene velle (volersi bene ndt) possa permeare e riempire questo Santo Natale.